Scopri il borgo tra mare, devozione e memoria marinara
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Tipo di fondo: lastricato o pavimentato, tratti in pietra o mattoni.
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Pendenza media: 1–3%.
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Segnaletica: buona leggibilità; da integrare con pittogrammi accessibili o QR code Sealab.
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Punti di sosta: numerosi (panchine, piazzette, locali, ombra naturale).
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Servizi accessibili: bar e strutture ricettive attrezzate nel centro storico.
Itinerario culturale pianeggiante e adatto a tutti, pensato per scoprire il cuore di Laigueglia tra mare, storia e tradizione. I percorsi si snodano lungo vie accessibili e zone pedonali, ideali anche per famiglie, persone anziane e camminatori con ridotta mobilità. Solo alcuni punti panoramici presentano brevi tratti in salita.
Un percorso a piedi, breve e suggestivo, per entrare nella storia e nell’anima di Laigueglia. Dalla piazza sul mare ai caruggi più silenziosi, ogni tappa racconta il legame profondo tra la comunità e il suo orizzonte blu: le antiche difese genovesi, le confraternite, le chiese barocche e gli sguardi panoramici che custodiscono secoli di navigazioni e di devozioni.
L’“Anello del Borgo” conduce tra i luoghi simbolo della tradizione laiguegliese — il Bastione di Levante, la Chiesa di San Matteo, l’Oratorio di Santa Maria Maddalena e la trama di vicoli che scende fino al mare — mentre l’“Estensione Panoramica” invita a spingersi fino al Santuario delle Penne, antico riferimento dei corallini catalani, e al borgo in quota di Colla Micheri, lungo il tracciato romano della via Julia Augusta.
Il risultato è un itinerario culturale e paesaggistico che unisce identità, arte e natura, valorizzando il patrimonio storico del borgo e offrendo ai visitatori un modo autentico di scoprirlo: camminando lentamente, lasciandosi guidare dai suoni del mare e dalla voce dei luoghi.
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Il borgo si svela camminando, a ritmo lento, come si legge un diario di mare
Piazza Marconi (Molo) → Iniziamo dal cuore del borgo, dove il mare e le case si stringono in un abbraccio perfetto. Da qui partivano le barche dei corallini e dei pescatori che portarono il nome di Laigueglia lontano, fino alle coste della Catalogna. Il molo è il punto ideale per leggere il borgo dal mare e comprendere la sua anima marinara. Guardate la linea dei tetti: è bassa, compatta, pensata per resistere al vento e al sale. Qui inizia la nostra passeggiata.
Bastione di Levante (detto “del Cavallo”) → Questo torrione del Cinquecento è l’unico superstite delle antiche fortificazioni costruite dalla Repubblica di Genova per difendere la costa dalle incursioni saracene. In origine ve n’erano tre: oggi il Bastione di Levante, restaurato, custodisce la memoria di un’epoca di mare pericoloso, quando le sentinelle scrutavano l’orizzonte in cerca delle vele nemiche. Il suo nome, “del Cavallo”, deriva forse dall’emblema dipinto un tempo sulla torre, simbolo di forza e di resistenza.
Chiesa Parrocchiale di San Matteo Apostolo → Guardate le due torri gemelle, che si alzano come vele gonfiate dal vento: San Matteo è il manifesto dell’orgoglio laiguegliese. Costruita a fine Settecento grazie alle offerte dei pescatori e dei capitani locali, la chiesa è un esempio perfetto del barocco ligure marinaro. All’interno domina la luce, dorata come il sole del pomeriggio. Le campane, fuse anche con bronzo recuperato dal mare, risuonano ancora oggi nelle grandi feste patronali dedicate al santo.
Oratorio di Santa Maria Maddalena → Proprio accanto alla parrocchiale sorge l’oratorio della confraternita dei Disciplinanti: un piccolo scrigno che custodisce tele preziose di Dionisio Corte e Domenico Piola, tra i protagonisti del Seicento ligure. Qui i confratelli organizzavano processioni, aiutavano i malati e accoglievano i marinai tornati da lunghi viaggi. Ogni 22 luglio, giorno della Maddalena, Laigueglia si colora di bianco e di blu: è la festa più antica del borgo, ancora oggi celebrata con devozione.
Caruggi del centro storico → Entrate nei vicoli: sono stretti per difendere dal vento e dal sole, ma anche per far incontrare la gente. Dalle finestre basse usciva il profumo del pesce essiccato, dei panni lavati in mare, delle reti da cucire. Ogni angolo racconta un mestiere, ogni porta un volto. Fermatevi a osservare le case color ocra e corallo: i colori non erano estetica, ma orientamento per i marinai che tornavano di notte, riconoscendo il proprio tetto dalle luci e dalle tinte.
Terrazza Giuseppe Giuliano (belvedere vicino al Bastione) → Da qui il mare si apre come un teatro. È il punto ideale per raccontare la “Baia del Sole”, che unisce Laigueglia ad Alassio in un’unica curva d’acqua e sabbia. Il nome di Giuseppe Giuliano ricorda un cittadino che amò profondamente il suo paese e promosse il gemellaggio con Höhr-Grenzhausen, cittadina tedesca famosa per la ceramica. Il legame tra le due località vive ancora oggi, testimoniato dalle mattonelle commemorative che trovate lungo la ringhiera.
Rientro al Molo (chiusura dell’anello) → Torniamo dove tutto è cominciato. Il molo di Laigueglia è un punto di arrivo e di partenza, come la vita dei suoi abitanti. Qui potete immaginare l’antica tonnara, le vele latine e le reti stese ad asciugare. Ma potete anche scoprire il futuro: esperienze di pescaturismo, uscite in barca, laboratori di racconto del mare. Il borgo non vive di passato: continua a navigare, come sempre.
Estensione panoramica
Santuario di Nostra Signora delle Penne (Capo Mele) → Arroccato su Capo Mele, il santuario delle Penne è uno dei luoghi più amati dai pescatori. La leggenda vuole che siano stati i corallini catalani a erigerlo nel Seicento, dopo un salvataggio miracoloso in mare. All’interno, ex voto e tavolette dipinte raccontano le paure e la gratitudine di chi vive di onde e di vento. Dalla terrazza si domina tutta la costa: un panorama che vale la salita.
Colla Micheri – Sulla Via Julia Augusta → Questo borgo medievale, raggiungibile dal sentiero della Via Julia Augusta, sembra sospeso nel tempo. Le case in pietra si stringono intorno alla piazzetta, la chiesetta di San Sebastiano è un piccolo gioiello romanico e il silenzio regala un senso di autenticità. Qui trovò rifugio Thor Heyerdahl, l’esploratore norvegese della Kon-Tiki, che scelse Colla Micheri come suo “porto di pace”. Da quassù la Baia del Sole appare come un quadro perfetto.

